martedì 28 dicembre 2010

Santa Claus is coming to Elettronto

Santa Claus e il Papa ballano l'electro.
Promossa Elettronto, kermesse dedicata alla musica eletronica organizzata dall'Associazione Occhio per Orecchio e tenutasi il 27 dicembre nella funzionale struttura (dal nome però imbarazzante, consentitecelo) PalaNatale a San Benedetto del Tronto.
Ottimi gli headliners Frank Sent Us e Populous, così come i locali Segnali di Ripresa (voglio vedere un loro show alla tv) e l'eclettico Elephantom dj (uno che "sa fà tutt"). Chiusura col tocco di Magenta e visual art di CloroCloroCloro.
Ecco la gallery....




lunedì 20 dicembre 2010

Babba Natale 2, la vendetta del galateo del regalo


Partiamo dalla stretta attualità. Dopo la pubblicazione della prima parte del post Lina Sotis si è molto risentita e per smentire la sua fama da snob sarebbe stata avvistata in diverse fraschette di Ariccia intenta a scofanarsi di porchetta e a competere con Er Patata in un’avvincente gara di rutti.
Detto ciò andiamo indietro nel tempo e torniamo agli ultimi 5 consigli del galateo del regalo, utile ai nostri lettori quanto un corso d’inflessione romanesca per Sabrina Ferilli.

Regola n.6 I regali non sono sempre una gioia. A volte possono essere anche un imbarazzo. Un regalo troppo grande può avere il sapore della corruzione. La persona che lo riceve diventerà un grande personaggio se lo rimanda al mittente.

La cronaca di questi giorni, cara Lina, non ti dà ragione purtroppo. Se accetti grossi regali e la smolli qua e là (la fiducia) neanche fossi Paris Hilton, un personaggio lo diventi. E pure molto popolare come dimostra l’equilibratissimo Scilipoti.

Regola n.7 Riciclo, ovvero donare una cosa che si è ricevuta. È il dono più difficile da fare perché non deve avere un'aria riciclata, ma pensata. Impossibile regalare un cappello di lana con pon pon alla vecchia zia a cui saranno adattissimi invece i guanti neri che avete ricevuto. Perfetto però il pon pon per la nipote sedicenne.

Gentile Signora, tralasciando il fatto che un dono, un oggetto inanimato, difficilmente assume “un’aria pensata” e che al massimo può raggiungere i livelli di espressività dell’Arcuri, io mi chiedo: ma come diamine le è venuta in mente ‘sta storia del pon pon. Se lo metta lei un copricapo con le palle, magari alla prima della Scala.

Regola n.8 Il massimo dell'eleganza è dichiarare il riciclo. Pochi ne hanno il coraggio, ma se il regalo è bello piace lo stesso.

Ecco, il problema qui è che il regalo non deve essere bello per noi ma per la persona che lo riceve. Se vostra suocera dopo aver scartato la pirofila con l’effige di Benedetta Parodi stampata sul fondo vi ringrazia con il sorriso simile a quello di Monica Setta io eviterei di fare le coraggiose. In casi del genere dichiarare con eroica fierezza che il tegame ve l’hanno regalato acquistando tre confezioni di Quattro salti in padella non è una scelta arguta. Anche perché dopo la confessione vostra suocera avrà voglia di tirarvela dietro la pirofila, magari dopo averla scaldata in forno a 300 gradi.

Regola n.9 Ricordatevi che se il biglietto è bellissimo e vergato a mano il regalo può essere un'inezia.

Concordo. Quale donna non vorrebbe un taccuino dell’Ikea sotto l’albero con su scritto a matita (Ikea ovviamente) “Amore mio, buon natale e felice hanno nuovo…non cerano i soldi quinti la scarpiera #!!ç°§# cela combreremo l’hanno prossimo”. So momenti toccanti…altro che De Beers e un diamante è per sempre.

Regola n.10 Come già sapete la festa è faticosa, non resta che augurarvi: buon Natale. Contraccambiamo Sora Sotis.

E’ vero, la festa è faticosa, ma sorbirsi 'sto galateo del regalo non è che sia proprio 'na passeggiata….Merry Christmas!

sabato 11 dicembre 2010

Babba Natale de' Noantri


Diciamolo subito: a me Lina Sotis sta simpatica. Certo, quando parla non è che sia poi così vivace, fra l’inizio e la fine di una frase mi scade lo yogurt nel frigo, ma cerca sempre di punzecchiare a dovere e guarda dall’alto in basso le persone con amorevole crudeltà.
Nonostante ciò, i suoi consigli non vanno bene per tutte le stagioni. Se sono in spiaggia ad agosto e mi dai suggerimenti sull’educazione vacanziera posso anche leggerti, ma se con la frenesia del Natale ti rivolgi ad un paese con le pezze al culo parlando di galateo del regalo, è ovvio che possa venir fuori qualche sottile resistenza.
Il Corriere della Sera pubblica infatti il decalogo del Natale della Sora Lina, una rubrica talmente popular che potrebbe trovare posto sul vostro comodino fra il ricettario di Anna Moroni e il cd “Wilma De Angelis canta Lady Gaga”.

Regola n.1 Per dribblare ogni problema basta chiedere, con molto anticipo perché riesca a sorprendere, cosa desidera il destinatario. Nonne, nonni, papà e mamme è meglio si comportino così.

Praticamente la Lina lascia intendere che in spiaggia ad agosto la nonna debba chiedere alla nipotina quale Winx preferisca fra Flora e Bloom. La tragedia si consumerà però la notte della Vigilia quando la ragazzina ormai cresciuta storcerà il naso davanti alla bambola, desiderando invece un perizoma gioiello Seduzioni di Valeria Marini da sfoggiare la domenica pomeriggio in discoteca.

Regola n.2 Mariti, fidanzati. Se una donna è accorta saprà sempre cosa gli può servire. L'importante e che non faccia un dono con impressa la propria personalità. Non c'è niente di peggio di quegli uomini che girano con cravatte, pullover, sciarpe, che assomigliano a lei e non al gusto di lui.

Cara Lina, avrai mica il presentimento che in alcuni casi una donna acquista cravatte e cotillons per sfinimento? A volte se una moglie cura il look del proprio marito è per evitare che questo continui a presentarsi alle feste di lavoro con le cravatte con la stampa di Homer Simpson e i maglioni con la renna Rudolph ricamata.

Regola n.3 Mogli e amanti. Da sempre è il grande problema. Le donne tendono a dire cosa vogliono per cui il problema natalizio maschile, di chi ha una vita fiorente di affetti, è più la perdita di tempo e di danaro che quella del dubbio.

Certamente, deve averla pensata così anche quello dell’Amaro Giuliani, che dopo aver intestato 10 appartamenti e una boutique alla sua giovanissima moglie si è trovato sotto l’albero A la richiesta di divorzio B un assegno mensile di mantenimento da paura C due bei cornazzi messi con Stefano Bettarini. E’ ovvio che poi uno vede Emilio Fede e lo randella di botte, soprattutto se la signora è stata inserita nel favoloso catalogo ArcorIkea fra Evelina Manna e la libreria Billy.

Regola n.4 I ricchi moderni hanno tutti un gioielliere di fiducia che risolve ogni problema. Basta andare a trovarlo con una lista o farsi mandare i pacchetti in ufficio perché tutta la famiglia sia coperta... di brillanti. A Milano il gioielliere prediletto dagli abbienti è Sabbaddini, a Roma è Bulgari, a Venezia si muovono per andare da Codognato.

Ecco, visto che la signora è una sorta di navigatore satellitare che riesce a guidarci nelle gioiellerie più in, ci sarebbero le operaie della Omsa che mi hanno appena chiesto qualche indirizzo nei pressi di Faenza. L’intenzione è quella di mandare lì i mariti a comprare diamanti da mettere sul conto della Sig.ra Sotis. Qualora la procedura venisse negata i ragazzi possono sempre mettersi in faccia qualche collant coprente della Golden Lady e fare razzia armati di taglierino.

Regola n.5
In questa nevrosi da scambio particolare attenzione devono fare i genitori separati-divorziati. Se i pargoli sono piccoli il regalo sarà comune: niente scambi, inconsci, dono-affetto.

Lina mia, con i tempi che corrono i genitori divorziati sono lì che si smezzano le confezioni di omogeneizzati e i pacchi di biscotti Plasmon da acquistare nel 2011. Più che scambio dono-affetto nelle famiglie dei divorziati vige il “tiello tu che ho il frigo vuoto”.

Continua con le altre meravigliose 5 perle…

sabato 4 dicembre 2010

Una ragazza come tante e il suo shopping del sabato pomeriggio


Potrai anche aver venduto vagonate di dischi, il Time t’avrà messa al primo posto nella classifica degli artisti più influenti dell’anno, sarai pure la settima donna più potente del mondo. Insomma, potrai avere tutto ciò che hai sempre desiderato, ma sei pur sempre una donna. Una di quelle che il sabato pomeriggio avverte un leggero languorino e non può fare a meno di compiere qualche razzia nei negozi del centro cittadino.
E così ecco che la nostra Lady Gaga, in trasferta a Milano per il suo concerto, si è palesata da Chanel in via Sant’Andrea a fare shopping (quì il video). Pare che al suo ingresso nel locale i quadri di Nonna Coco abbiano cominciato a vibrare fino a schiantarsi a terra per porre fine all’agonia.
“Se una donna è vestita male si nota l’abito. Se è vestita bene si nota la donna”, diceva la stilista. Peccato che nella seduta di shopping di Gaga non sia stato notato né l’abito né la donna, ma una sorta di bradipo borchiato, vestito a lutto per aver perso il proprio albero e prossimo alla dipartita dopo l’ascolto del Greatest Hits di Al Bano.
I rumors dicono che Gaga avesse un look funereo per sostenere una campagna benefica. I ben informati invece sostengono che Germanotta sia uscita con un’espressione non proprio gaia poiché le commesse le avrebbero fatto vedere solo tailleur urban-chic e abiti bon ton. Per non fare la figura della pezzente Gaga avrebbe acquistato controvoglia, convinta di ricevere un lauto sconto sugli abiti. Peccato che poi alla cassa le commesse non le abbiano tolto nemmeno un euro. Risultato, la regina di Bad Romance si è messa a girare per il negozio con velo e strascico grigio neanche fosse Donna Cenerina, il fantasma che nelle sue apparizioni è di un colore cinereo, e che vaga senza pace dopo essere stata assassinata nel 1573 con 13 coltellate.
A Gaga in realtà da Chanel hanno dato 13 strisciate di carta di credito, ma niente da fare. La carta era smagnetizzata. Ecco che succede quando l’unica tasca disponibile è la cintura tutta borchie, metalli e spilli che in mezzo alla gambe funge da scacciapitoni.

giovedì 2 dicembre 2010

Sodamode_Si colma un Gap


Gap
è arrivato in Italia. Per la precisione il 20 novembre in quel di Milano in pieno centro, in Corso Vittorio Emanuele 24.
Era il 1969 quando il primo Gap store aprì i battenti all’indirizzo 1950 Ocean Avenue, a San Francisco in California. Allora nei negozi si vendevano solo Levi Strauss, insieme a dischi e cassette.
La vendita degli articoli musicali venne interrotta dopo 6 mesi mentre dal 1972 cominciarono a diffondersi jeans di tutti i tipi, anche a marchio Gap.
Dopo aver conquistato il mondo per la loro aria easy e cheap i prodotti Gap stanno convincendo anche il pubblico milanese, in attesa dello sbarco nella Capitale che, si dice, sarà in Via del Corso, nei locali che ospitavano le Messaggerie Musicali (poi Mondadori). Per visionare le collezioni qui c’è il sito italiano.
PS: ma Mark Zuckerberg, l'uomo peggio vestito al mondo, indosserà ancora Gap?




Peggio del Conte di Monte-Cristo(foro)


Adesso state esagerando. Passino i transgender, le donne che diventano uomini, gli uomini che diventano donne per entrare al Grande Fratello, i ricchi che diventano barbun e i poveri che…no i poveri sempre poveri restano. Fate il porco comodo che volete ma non distruggeteci gli eroi positivi che con la loro leggenda hanno donato un filo di ottimismo alle nostre vite da larva.
Parlo di Cristoforo Colombo. Un mito per tutti noi italiani medi. Un tipo abbastanza sfigato, che nasce a Genova, figlio di un artigiano e che un bel giorno parte per un viaggio alla ricerca di “qualcosa”. Attenzione a non ironizzare su quel “qualcosa” poiché il navigatore non era diretto né in Giamaica né a Cuba.
Fra l’altro allora, nel 1492, in Italia non era ancora esplosa la mania dei neomelodici con Gigi D’Alessio a capo, quindi non c’erano poi tutti questi validi motivi per andarsene. Eppure Cristoforo partì, pensò di aver raggiunto le Indie sperando di trovare un cocktail di benvenuto offerto da Sai Baba ma dovette poi ammettere, con sottile delusione, d’aver scoperto l’America.
Per noi insomma è l’uomo perfetto, il modello ideale a cui tendere, una sorta di Luca Giurato della navigazione, il Di Pietro delle tre caravelle, quello che tra il dire e fare tante cazzate prima o poi ci piglia.
Ecco, adesso il Daily Telegraph ci dice che lo storico Manuel Rosa, ordinario alla “Duke University” negli Stati Uniti, ha pubblicato una biografia del navigatore in cui si racconta che Colombo sarebbe polacco e figlio del re Ladislao III, morto nel 1444 durante la battaglia di Varna. Secondo lo storico, che a mio avviso dovrebbe essere un fan di Centovetrine, Ladislao si finse morto, ma in realtà fuggì a Madeira in Portogallo dove sedusse una nobildonna portoghese che appunto gli diede un figlio, Colombo, che per proteggere il padre avrebbe sempre evitato di sbandierare la propria identità.
Secondo Miguel Rosa la tradizione dell’italianità del navigatore quindi sarebbe completamente farlocca. E così dopo aver concesso la Gioconda alla Francia e la Canalis a Clooney dobbiamo anche svendere la nazionalità di Colombo alla Polonia. E va bene polacchi, pigliatevi pure il navigatore fesso, ma ridateci almeno indietro la Dama con l’Ermellino.

lunedì 29 novembre 2010

SodaCaustica_'N Tajo



Ci tengo alla carriera di Valerio Scanu. La sua "Per tutte le volte che" è il mio cavallo di battaglia nelle serate karaoke e se sono abbastanza in forma riesco a sostenere anche l'acuto finale con relativa standing ovation di un pubblico agonizzante. Ora, aiutiamo questo ragazzo a capire che la carriera spesso è fortemente legata all'evoluzione tricologica della propria immagine, ragion per cui è quantomai urgente trovare un nuovo parrucchiere. Che sia l'amico gay della Tatangelo, che sia la Petineuse amica di Belen, che sia Edward Mani di Forbice. Troviamone uno, perché se sulla copertina del suo disco, Valerio sfoggia un semplice e minimal capello tirato indietro (perché non fermarsi li?), qualche sera fa si è esibito in una trasmissione con il vituperato caschetto alla Massimo Di Cataldo in "Come sei Bella". E vorrei solo ricordare che da quella performance lì, la carriera di Di Cataldo, osannato dai critici come nuovo Ramazzotti, ha perso un bel po' di colpi.

In un'altra ospitata però il nostro cantante si è presentato con la permanente di Cristiano Malgioglio ai tempi di "Sbucciami". Una citazione che per i più ottimisti potrebbe presagire ad una collaborazione con Mina. Per i fan della Luna Nera della Zingara Cloris invece la permanente malgiogliana equivale ad un naufragio sull'Isola dei Famosi, a massaggiare Francesco Coco e a far telline con Manuela Villa.




martedì 23 novembre 2010

Sodaplay(list)_Orgia Klaxons


Parliamoci chiaro. Da quasi due anni, appena esce un video di Lady GaGa parte la solita sfilza di polemiche, di gente che si scandalizza e soprattutto di gente che finge di scandalizzarsi "sCarfagnando" gli occhi" davanti al player di Youtube.
Ecco, secondo me davanti a "Twin Flames", il nuovo video dei Klaxons (band che ho sempre, sempre amato, indipendentemente dallo spot Fructis di Garnier) anche voi "sCarfagnerete", e anche tanto.
Diciamo che davanti all'orgia dei Klaxons "sCargagnerete" come se aveste davanti la Mussolini.
PS: il regista è il grande Saam Farahmand.

lunedì 22 novembre 2010

(Non) Lavorare stanca. Soprattutto nel week-end


Vabbè, ma allora ditelo. Le ricerche non servono a farci crescere culturalmente ed intellettualmente ma solo a fare del terrorismo mediatico e a farci sentire perennemente oppressi e col fiatone, roba che neanche il buon vecchio Baffo Roberto delle televendite.
Stavolta il Corriere della Sera riprende una statistica inglese condotta dalla catena di hotel Premier Inn, secondo cui il week-end non durerebbe più di due giorni, ma si limiterebbe ad appena 27 ore.
Secondo i ricercatori la stanchezza della settimana lavorativa svanirebbe esattamente alle 12.38 del sabato, per poi ritornare, sotto forma di stress e angoscia per il lunedì in arrivo, alle 15.55 della domenica. Praticamente alle quattro del pomeriggio uno comincerebbe a dar di matto pensando al giorno dopo e alle mail da mandare, agli appuntamenti da fissare e alle persone da incontrare. Una sofferenza tale che sarebbe molto meglio abbandonare il pranzo della domenica e palesarsi direttamente in ufficio piuttosto che dilaniarsi sul divano con i crampi allo stomaco e la D’Urso in tv che si dissocia dagli ospiti che lei stessa invita.
“Trovare un equilibrio fra vita privata e lavoro sta diventando sempre più difficile” dicono i responsabili della Premier Inn confermando in pratica che gli inglesi staccherebbero la spina solamente nella notte fra sabato e domenica, praticamente quando si trovano in qualche pub intenti a scolarsi pinte di birra riducendosi peggio di Amy Winehouse e Pete Doherty.
Secondo gli utenti che hanno partecipato alla statistica, la colpa di questa “decurtazione del week-end” sarebbe imputabile alla pressione dei capi, gente che invece che passare la domenica al parco coi figli si diverte a mandare sms minatori in cui vi vengono assegnati i compiti per il giorno dopo e cioè il recupero del Sacro Graal, la cattura di Osama Bin Laden, l’organizzazione della pizzata con Abu Mazen e Netanyahu e la pianificazione del soggiorno estivo di Carla Bruni a Ostia.


venerdì 19 novembre 2010

Sodamode_Volta, A/W


Ancora indecisi su come riparare i vostri piedi nei mesi più freddi del'anno? Se non avete speso tutti i vostri soldi in gratta e vinci e superenalotto confidando in un cambiamento di stile di vita, limitatevi ad un piccolo cambiamento di stile, e basta.
Comprate un paio di Volta, l'evoluzione 2.0 delle vecchie Clarks, intese nella loro espressione più radical. Queste in camoscio sono perfette, non impegnano ma offrono comunque un'aria trendy e ricercata. Il brand inoltre è italiano, il che non guasta. Tutti i modelli qui.

giovedì 18 novembre 2010

Sodaplay(list) _Primo nelle chart....dei plagi


Come direbbe Britney: Oops i did it again!
L'ha fatto di nuovo. Il Funky-Gallo perde le penne ma non il vizio del plagio. Il più evidente della sua carriera fu "Blu", una versione riveduta e corretta di "Era lei" di Michele Pecora.
Una somiglianza che lo ispirò nell'incisione-live del "Ti sputo in bocca" dedicato a Staffelli di Striscia. Ora il suo album è in vetta alle classifiche ed è riuscito a scalzare dal primo posto anche quella Scema (Loca) di Shakira.
Il problema è che ora, questa (che poi non è nemmeno male), assomiglia troppo a questa.

Ti cancello da Facebook? Dipende dall'ormone


L’Ansa mi da Ansia, soprattutto quando un lancio è così netto, tagliente, deciso e diretto: Facebook, scatta l''unfriending day'. No tranquilli, non è partito il tanto strombazzato “Attenzione, da domani Facebook sarà a pagamento”, attendibile quanto i messaggi audio di Bin Laden.
Stavolta si tratta del giorno dello scaricamento amici, quello in cui i vostri contatti vanno rottamati, senza incentivi ma con tanta serenità per le vostre anime in pena.
E’ stato il conduttore americano Jimmy Kinnel, dal suo show in onda su ABC, a proclamare il 17 novembre l’Unfriending Day, invitando così gli adepti del social network a cancellare i contatti inutili, quelli con cui non si hanno rapporti virtuali né tantomeno reali. Insomma, pare che sul web l’imperativo dell’ultim’ora sia il “pochi ma buoni”, non a caso da qualche giorno è nato Path, un social network che sta riscuotendo un buon successo e che consente di avere un massimo di 50 contatti, valorizzando così gli amici veri.
Personalmente apprezzo questo nuovo trend, e prego affinché un barlume di giudizio si diffonda fra quelle persone che accettano o cercano chiunque con l’intento maniacale di arrivare a 5.000 amici. Gente che crede di trovare un confidente sincero dietro la “Termoidraluica Pianese srl”, tizi obsoleti che per un istante credono che Dio si sia ricordato di loro facendogli piovere dall’alto la richiesta di una gnocca ucraina più farlocca di un’esterna di Uomini & Donne.
Poi ci sono quelli che diventano fan di chiunque, dal Gattino Virgola al tipo che è stato nella casa del Grande Fratello per 15 minuti, prima di venire eliminato perché scoperto in possesso di laurea.
E pensare che il nostro Mark Zuckerberg aveva inventato Facebook dopo la rottura con l'allora fidanzata Erica Albright. Dovendo cercare una sostituta e non avendo l'appeal di Johnny Deep il nostro nerd, oggi ricco sfondato, si affidò alle sue capacità informatiche. Facebook insomma nella sua natura venne concepito originariamente come un "Trombook". Qualsiasi appello al depennamento di amici allora lascia il tempo che trova: quando l'ormone dell'internauta si agita più del bacino di Shakira non c'è limite di amici che tenga e in preda ad una crisi d'astinenza la si chiede pure a Patrizia De Blank. L'amicizia.

martedì 16 novembre 2010

Sodaplay(list)_Music Tennis



Ritornano le playlist, tanto richieste e a differenza di quelle di I-Tunes, GRATUITE!

Today, Tennis Playlist


1 HELLO – MARTIN SOLVEG feat. DRAGONETTE
Roland Garros, pubblico in visibilio e sfida fra Martin e Bob Sinclar. E David Guetta non gioca?

2 VANITY & PRIDE – PAOLA & CHIARA
Le sorelline si sfidano sul campo e negli spogliatoi i soliti sguardi ammiccanti

3 GIVING UP THE GUN - VAMPIRE WEEKEND
Strani avversari oltre la rete, due in particolare: Jake Gyllenhaal e Joe dei Jonas Brothers

Sodamode_Seconda pelle, Natalia Brilli



Prendete un oggetto. Immaginatelo foderato di cuoio ed avrete il contenitore o la borsa ideale. E' un po' questa la filosofia di Natalia Brilli, designer belga che ha proposto una laptop bag con incisa una tastiera. Perfetta in ufficio, oggetto di culto in viaggio.
Potete vedere le mille idee di Natalia, tutte foderate in pelle qui.

lunedì 15 novembre 2010

E se c'è la luna piena, tu diventi pallido (e sfigato)



Carlo Conti. No dico, scordatevi le ragazzine che si strappano i capelli per i pallidi vampiri di Twilight, dimenticate le occhiaie e la pelle bianco-latte di Robert Patinson.
Le donne del 2010 sono attratte dagli uomini che hanno un colorito della pelle piuttosto roseo, per non dire carbonizzato. Non lo dico io, che pur essendo portatore sano di colorito piuttosto scuro sono stato colpito sin dalla tenera età dalla sindrome di Calimero (guarda quello com’è nero!). A svelare il segreto o meglio il colore della seduzione è il prestigioso National Geographic che grazie allo psicologo Ian Penton-Voak dell’Università di Bristol sentenzia che le donne scelgono il loro partner a seconda del volto, prediligendo in particolare gente con la pelle scura o rosea rispetto a un Marylin Manson sottoposto a mesi di tintarella di luna.
Praticamente alcune donzelle con gli ormoni che fanno waka-waka hanno esaminato un campione di foto di uomini. I ricercatori di Bristol hanno più volte deformato i connotati dei tizi fotografati, li hanno gonfiati come Bisteccone Galeazzi, stropicciati come Tom Waits e tinti coi capelli rosso fuoco modello Biscardi. Nessuna drastica trasformazione ha scalfito le valutazioni delle donne: meglio l’uomo scuro, anche se cesso, rispetto a quello pallido.
Lasciate perdere pettorali e addominali allora e soprattutto non lasciatevi influenzare da quei mucchietti di ossa che sfilano in passerella oggi e che hanno sguardo languido e colorito spento. Tutti modelli che dalla passerella sembrano volerti dire “Ti prego, lanciami un tozzo di pane, Gucci non mi fa mangiare dalla collezione primavera/estate 2007”.
Ecco, lasciate questi uomini da parte, mostratevi brutti, sporchi, cattivi e soprattutto scuri. E se proprio non riuscite ad ottenere un po’ di colore applicate il modello tirolese. Scolatevi qualche liquore d’alta montagna e vedrete che in pochi secondi avrete delle guance rosse degne di David Gnomo amico mio. Ecco, in questo modo tutte le donne cadranno ai vostri piedi, o per il vostro colorito o perché stecchite dalla fiatella infiammata dalla Grappa Bocchino.

domenica 14 novembre 2010

Sodamode_Agenda 2011, Freitag


Mentre qualche tettonica reduce de "La Pupa e il Secchione" si accinge a posare per il calendario 2011 di qualche ferramenta, l'anno nuovo in arrivo ci suggerisce che è tempo di pensare ad una nuova agenda.
Moleskine sorpassata? La usate da tempo e con lei tutti gli anni sembrano ormai uguali (ma guardando la vostra faccia non si direbbe...)?
Vi consiglio la Freitag E26 agenda 2011.
Il brand è molto cool, ideato dai designer zurighesi Markus e Daniel Freitag. La copertina è nel timpico materiale "telone-di-tir", l'agenda è dotata di penna, scoparti interni e segnalibri.
La potete acquistare anche quì .

giovedì 11 novembre 2010

Sodatrash

Ossantoddio.

martedì 9 novembre 2010

Allergie da trucco. Perché io valgo, anche se ho 6 anni.




Si piglieranno pure a ceffoni nelle sale operatorie, rifaranno tette e culi in ospedali pubblici spacciandoli per appendiciti, però una cosa dobbiamo dirla. I medici sono molto lungimiranti.
Giacché la salute mentale ce la siamo giocata da un pezzo, hanno pensato di tutelare sempre e comunque quella fisica. Dalle pagine del Corriere Salute alcuni camici bianchi lanciano l’inquietante allarme: fra le bambine aumentano, con un tasso preoccupante, le malattie cutanee allergiche a causa di un uso indiscriminato di prodotti di make-up.
Il dato è emerso dal convegno europeo di dermatologi riuniti a Venezia, i quali, fra una relazione e l’altra, hanno in pratica asserito che le bambine di oggi sono solite mettersi in faccia più roba di Cristiano Malgioglio e Anna Tatangelo messi assieme. “Sempre più bambine –spiega il presidente del convegno Peter Schmid-Grendelmeier, uno che già solo il nome ti fa venire un eczema- utilizzano specifici prodotti per il trucco che possono innescare una reazione allergica sulla loro giovane pelle”. Attenzione però, gli E.R. delle dermatiti, i Grey’s Anatomy dell’orticaria si dicono ottimisti e affermano “ci assicureremo che vengano sempre formulate una corretta diagnosi, una terapia di successo e soprattutto una prevenzione diffusa”. E certo, mi sembra anche logico. Spendiamo milioni e milioni nella ricerca di terapie ad hoc, sputtaniamo fondi per convegni e tavole rotonde, il tutto per permettere a delle piccole donne di uscire di casa conciate come Lady Gaga e pronte per fare un’orgia in perfetto stile Alejandro. Lungi dall’esser moralista, ma non è mica detto che in ogni culla rosa del Belpaese riposi una Noemi in erba, pronta a truccarsi a 6 anni, a fare i concorsi di bellezza a 10, ad andare in tv a 14, a rifarsi tette e labbra a 18 e a sembrare Donatella Versace a 19.
Che poi volete mettere andare all’asilo ed essere scambiate per delle Bratz, le bambole zoccole per eccellenza? Una poi rimane traumatizzata, si butta giù, diventa un caso umano e la notte ci tocca andarla a raccattare per le varie questure…

giovedì 4 novembre 2010

Figlio mio, fatti una GaGa Cultura!



Sul serio, pensavo di averle viste tutte. Con la laurea di Anna Falchi all’Università di San Marino ho creduto che le cronache accademiche avessero esaurito qualsiasi argomento. E invece mi sbagliavo.
Perché poi è arrivata l’incredibile rivelazione secondo cui anche il Trota frequentasse l’Università. “Studio all’estero!” ha dichiarato tronfio Renzo Bossi, e lì ho pensato che avesse seguito l’esempio sanmarinese della Falchi (che ne sai, magari lei gli ha passato i libri. Ho scritto libri in un periodo che comprende le parole Falchi e Bossi?).
Stavolta però il punto di non ritorno universitario non arriva dal nostro Belpaese Galbani ma dagli States. Il New Musical Express dalle sue pagine delizia le matricole o aspiranti tali con una comunicazione di servizio fondamentale. L’Università del South Carolina ha dato il via ad un corso accademico su Lady GaGa chiamato “Lady Gaga And The Sociology Of The Fame” (Lady Gaga e la sociologia della fama).
No, attenzione, il titolare della cattedra in questione non è Umberto Eco bensì il professor Mathieu Deflem, che nel suo curriculum vanta la visione di 28 concerti, cinque incontri ravvicinati del terzo tipo con la star (sicuro che non fossero drag-queen rimorchiate in qualche locale?) e un centinaio di album dell’artista (considerando che GaGa ha realizzato solo un disco e mezzo, il tizio avrà la casa piena di copie impilate e usate come fermaporta).
“Spiegherò ai miei studenti – ha dichiarato il Prof- cos’è Gaga, intesa come evento sociale, andremo oltre la persona, oltre la musica”. Logico insomma. Questo Klaus Davi a stelle e strisce vuol portarci al di là delle solite notizie trite e ritrite sulla diva. Non a caso pare che nelle prime lezioni di storia, quelle sull’origine del mito, sia prevista la relazione di Cristiano Malgioglio, cugino di GaGa, che disserterà di genetica siciliana e di assonanze armoniche fra “Sbucciami” e “Paparazzi”.
Nelle lezioni di biologia gli studenti saranno chiamati ad effettuare alcuni test sulle carcasse dei bufali uccisi per confezionare il famoso “vestito di bistecche”, mentre in quelle di algebra si terrà il conto degli alani molestati per realizzare il video di “Poker Face”. Nel quiz finale a risposta multipla poi gli esaminandi dovranno indicare chi sia esattamente il tipo rimbalzato da Lady fra Alejandro, Fernando e Roberto.
Infine le prospettive per il futuro e gli sbocchi occupazionali. Pare che con in tasca la frequenza del corso i candidati possano essere arruolati per svuotare le lattine che Germanotta usa come bigodini. I più meritevoli invece saranno chiamati a scuotere manualmente la fascia rialza-glutei sulle coscione dell’amica Beyonce mentre i meno diligenti potranno giocarsi il master per esser presi come ballerini di Ivana Spagna in qualche puntata de “I Migliori Anni”.

lunedì 1 novembre 2010

Ti Amo (mio Dolce Forno)



Per alcuni è un Super-Papà. Per altri è un Super-Pippa. La stampa inglese lo avrà anche ribattezzato l’uomo più coraggioso del Regno Unito, ma lui, Craig Le Sauvage a mio avviso non ha neanche la minima idea del guaio in cui è ficcato. Il Daily Mail infatti lo definisce un eroe, un incrocio fra Superman e il Barbapapà per la scelta di legarsi ad una donna divorziata e con ben 15 figli a carico. Craig, 34 anni, coordinatore di un centro per il tempo libero si è detto terribilmente innamorato della sua Joenne, 39 anni e un'attitudine alla riproduzione degna delle migliori vacche da accoppiamento.
Pare che i due piccioni di Povia si conoscessero da una quindicina di anni. Erano vicini di casa, ma lei, Joenne, all’epoca era sposata e passava le sue giornate o a farsi ingravidare o a sfornare pargoli in ospedale. Poca scelta per la supermamma negli ultimi 21 anni, o rotture di balle (pannolini, pappine, corredini) o rotture di acque. Il bilancio è andato oltre ogni aspettativa, stracciando alla grande una Brooke Logan qualsiasi: 9 femmine e 6 maschi, la più grande è la ventunenne Natasha, già mamma anche lei (buon sangue non mente) e la più piccola è Indianna, 22 mesi, nata quando la relazione col toro da monta, cioè col padre di tutti i ragazzi, era già finita.
“La gravidanza mi ricarica e mi dà energia”, ha dichiarato Joenne, che evidentemente ora sarà ben felice di offrire al suo nuovo compagno 56 cicli di lavatrice ogni settimana, 35 pasti da asporto per la scuola e migliaia di dollari per il mantenimento dei 15 amici di Maria.
Craig passa insomma come un supereroe, quando invece è evidente che sia solo un maniaco sessuale attratto da donne obese, con le caviglie gonfie, gli ormoni in subbuglio e un umore altalenante che neanche Loredana Bertè. Appare evidente che negli anni in cui ha covato l’amore per la sua vicina sarà stato sedotto più dal suo stato interessante che da un interessante fondoschiena. La dimostrazione? Mentre il sottoscritto scrive Joenne è alla sua 13esima settimana di gravidanza. Il baldo Craig infatti non ha resistito alla tentazione di lasciare un traccia nel traforo del Frejus, di pagare pure lui il pedaggio sulla trafficata A4, di mettere in caldo la pagnotta nel Dolce Forno. E con questo siamo a 16. 16 marmocchi sfonati in 21 anni. Nemmeno la moglie del reverendo Camden di Settimo Cielo sarebbe arrivata a tanto.

mercoledì 27 ottobre 2010

C'è chi dice NO (al saluto allusivo e alle mini troppo mini)


Un sindaco non si sente tale se almeno una volta, durante la sua legislatura, non emette un’ordinanza da pirla. Per non perdere la coincidenza con il treno dei beoti i sindaci di Genova e di Castellammare di Stabia hanno scelto di legiferare ad minchiam in merito ad hobby e attività di signore e signorine.

Il primo cittadino della Superba, come riporta Repubblica, si è prodotto in un’ordinanza antiprostituzione vietando ai clienti di chiedere informazioni alle lucciole in strada. “Informazioni sulle prestazioni sessuali” precisa il documento. Insomma, uno come Sircana, che a Roma chiese a un trans quale fosse l’uscita per l’Ikea (così disse lui) non verrebbe multato. Viceversa un classico “quanto vuoi” potrebbe costare all’avventore un’ammenda di almeno 200 euro. I frequentatori genovesi allora pare stiano stilando assieme alle allegre donnine un linguaggio ad hoc per evitare grane. Alcuni vigili hanno già intercettato un avvocato 50enne che dalla sua Mercedes chiedeva a una Bocca di Rosa “Belìn (e non Belèn), a quanto ammonta il pedaggio per una traversata in traghetto con tanto di passatina su montacarichi che va su e giù ed eventualmente uno sbarco con tanto di uscita a poppa?”. Ma il Sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha anche vietato alle prostitute il “saluto allusivo”. Ai pochi sprovveduti che non lo conoscessero diciamo solo è un’esternazione di affetto che spesso prende forma mediante due chiappe schiacciate sul finestrino mentre siete fermi al semaforo o con un perizoma lanciato a mo’ di fionda che si incastra sui tergicristalli.

Sempre Repubblica però ci dice che non se la passano meglio a Castellammare di Stabia dove il sindaco Luigi Bobbio tramite un regolamento comunale ha vietato alle cittadine di indossare minigonne troppo mini, abiti succinti e costumi da bagno in piazze, parchi e giardini. E così mentre il primo cittadino, area Pdl, si bea di aver attirato con queste norme il clamore dei media di mezzo mondo, distogliendo l’attenzione dai soliti fatti “di camorra” (per la serie “basta poco, che ce vo’), in città le donne hanno pensato bene di organizzare un sit-in di protesta. Capitanate dalla presidente della commissione Pari Opportunità della Regione Campagna le amazzoni della coscia scoperta hanno deciso di sfilare in top e minigonne stile letteronza. Pare che anche da Roma il Ministero abbia voluto sostenere la manifestazione fornendo alcuni abiti succinti ormai dismessi e utilizzati un po’ di anni fa accanto a Magalli nel gioco del vaso cinese.

martedì 26 ottobre 2010

Tanto è tutto un magna magna



Oltre 200 mila visitatori, 900 espositori, un budget di 13 milioni di euro e il 30% di stranieri in più rispetto a due anni fa. Sono questi i numeri che, con un pizzico di patriottismo, La Stampa sbatte in prima pagina relativamente all’ultima edizione del Salone del Gusto di Torino. “Malgrado la crisi – asserisce il Presidente di Slow Food Italia- si tratta di un risultato davvero positivo”. Contenti loro e poveri noi, cittadini di un paese dove “finché se pò, se magna”.
Chiariamoci, non è che uno voglia sputare sulle nostre eccellenze, però se tutto il mondo ci dipinge come il popolo dei peccatori di gola, qualche domanda dovremmo pur porcela.
Perché avremo pure il patrimonio artistico più vasto del mondo, ma se pure un’anoressica tutta bocca e denti come Julia Roberts nel suo ultimo film viene a Roma solo per scofanarsi di bucatini, pizza, a’mpepata e’cozze, coda alla vaccinara, dolce, frutta, caffè e ammazzacaffè qualcosa vorrà pur dire?
Perché saremo anche un popolo di artisti, ma se la conduttrice di punta della Rai chiede due milioni di euro per tornare a spadellare e a fare la scarpetta in diretta nelle padelle sporche significherà qualcosa?
E infine, saremo anche un popolo di poeti, ma sta di fatto che il libro più venduto dell’anno è "Cotto e Mangiato" dell’intrepida Benedetta Parodi. Che poi, e quì apro un’annosa parentesi, siamo davvero convinti di essere i migliori al mondo in fatto di cucina quando il libro best-seller dell’anno, prossimo al milione di copie, è un manuale che regala tali mirabolanti perle. Copio e incollo.

(da Cotto e Mangiato di Benedetta Parodi)
L’insalata russa, l’idea di Benedetta

Se non avete tempo, o voglia di fare la maionese in casa e tagliare tutte le verdure ecco alcune scorciatoie -eh, certo Benedé, uno spende 15 euro di libro per cominciare a mettere sotto i denti qualcosa che non sia pizza al taglio, e tu attacchi con la storia della svogliatezza ai fornelli? Andiamo bene…-. Naturalmente la più semplice è comprare la maionese confezionata, meglio quella light -perché non i bottiglioni antiatomici gialli dei paninari, già che ci siamo?- . Se poi andate dritti nel banco freezer del supermercato potete comprare una confezione di verdure per insalata russa. Dentro troverete piselli, carote e patate già tagliati, solo da sbollentare -mi pare logico, uno vuole convertirsi alla buona cucina fatta in casa e gira che ti rigira si ritrova sempre a rovistare nel reparto surgelati come un naufrago dell’isola dei famosi davanti ai sacchetti della monnezza dei cameramen…-. Dovrete solo aggiungere il tonno e lo spicchio di mela..e il gioco è fatto -e io a questo punto, immensa Parodi, scenderei in rosticceria a prendermi una vaschetta di insalata russa, mangiata e soprattutto (pre)cotta-.

venerdì 15 ottobre 2010

Talpe e Bicchieri



Voglio che per una volta, voi raccogliate in ogni caseggiato dove c'è qualcuno che ascolta 'Annozero' una semplice dichiarazione che si rivolga al presidente della Rai e gli dica: io sono un abbonato della Rai e non voglio essere punito al posto di Santoro. Quindi, per favore, se dovete punire Santoro punitelo ma non interrompete Annozero''. E’ così che il buon Michele (chi?) si è rivolto al suo pubblico contro i provvedimenti adottati dal Direttore della Rai Masi dopo il vaffan…bicchiere lanciato davanti ad una platea di 6 milioni di telespettatori.

Senza entrare nel merito della questione ma ricordando a Santoro che al GF per il lancio di un bicchiere (e non di un più grave vaffan…bicchiere) ti sbattono fuori di casa ( non stiamo parlando di reality?), mi sorge un’osservazione.

Perché il popolo dei teleutenti dovrebbe scendere in strada a raccogliere firme nei caseggiati (?) per difendere Santoro, quando il Giurì della Pubblicità ha epurato dagli schermi televisivi l’innocuo affabile e anche un po’ sfigato Ugo la Talpa, il testimonial di Sky. Secondo il parere del Giurì, dare della talpa alla concorrenza (io manco l’avevo capito il riferimento) è denigratorio, per cui niente più Ugo con Fiorello. E allora voglio che per una volta voi raccogliate in ogni buco, fossa o fessura dove c’è qualcuno che vede “Radici” una semplice dichiarazione che si rivolga al Giurì e che gli dica: io sono un telespettatore e non voglio che La Talpa sia punita a posto dello Squalo. Quindi, per favore, se volete punire lo Squalo punitelo e toglietegli le frequenze, mandatelo a nero, spegnete la luce, ma non infierite sulla Talpa, che come è noto, già ci vede poco.