lunedì 22 novembre 2010

(Non) Lavorare stanca. Soprattutto nel week-end


Vabbè, ma allora ditelo. Le ricerche non servono a farci crescere culturalmente ed intellettualmente ma solo a fare del terrorismo mediatico e a farci sentire perennemente oppressi e col fiatone, roba che neanche il buon vecchio Baffo Roberto delle televendite.
Stavolta il Corriere della Sera riprende una statistica inglese condotta dalla catena di hotel Premier Inn, secondo cui il week-end non durerebbe più di due giorni, ma si limiterebbe ad appena 27 ore.
Secondo i ricercatori la stanchezza della settimana lavorativa svanirebbe esattamente alle 12.38 del sabato, per poi ritornare, sotto forma di stress e angoscia per il lunedì in arrivo, alle 15.55 della domenica. Praticamente alle quattro del pomeriggio uno comincerebbe a dar di matto pensando al giorno dopo e alle mail da mandare, agli appuntamenti da fissare e alle persone da incontrare. Una sofferenza tale che sarebbe molto meglio abbandonare il pranzo della domenica e palesarsi direttamente in ufficio piuttosto che dilaniarsi sul divano con i crampi allo stomaco e la D’Urso in tv che si dissocia dagli ospiti che lei stessa invita.
“Trovare un equilibrio fra vita privata e lavoro sta diventando sempre più difficile” dicono i responsabili della Premier Inn confermando in pratica che gli inglesi staccherebbero la spina solamente nella notte fra sabato e domenica, praticamente quando si trovano in qualche pub intenti a scolarsi pinte di birra riducendosi peggio di Amy Winehouse e Pete Doherty.
Secondo gli utenti che hanno partecipato alla statistica, la colpa di questa “decurtazione del week-end” sarebbe imputabile alla pressione dei capi, gente che invece che passare la domenica al parco coi figli si diverte a mandare sms minatori in cui vi vengono assegnati i compiti per il giorno dopo e cioè il recupero del Sacro Graal, la cattura di Osama Bin Laden, l’organizzazione della pizzata con Abu Mazen e Netanyahu e la pianificazione del soggiorno estivo di Carla Bruni a Ostia.


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