mercoledì 27 ottobre 2010

C'è chi dice NO (al saluto allusivo e alle mini troppo mini)


Un sindaco non si sente tale se almeno una volta, durante la sua legislatura, non emette un’ordinanza da pirla. Per non perdere la coincidenza con il treno dei beoti i sindaci di Genova e di Castellammare di Stabia hanno scelto di legiferare ad minchiam in merito ad hobby e attività di signore e signorine.

Il primo cittadino della Superba, come riporta Repubblica, si è prodotto in un’ordinanza antiprostituzione vietando ai clienti di chiedere informazioni alle lucciole in strada. “Informazioni sulle prestazioni sessuali” precisa il documento. Insomma, uno come Sircana, che a Roma chiese a un trans quale fosse l’uscita per l’Ikea (così disse lui) non verrebbe multato. Viceversa un classico “quanto vuoi” potrebbe costare all’avventore un’ammenda di almeno 200 euro. I frequentatori genovesi allora pare stiano stilando assieme alle allegre donnine un linguaggio ad hoc per evitare grane. Alcuni vigili hanno già intercettato un avvocato 50enne che dalla sua Mercedes chiedeva a una Bocca di Rosa “Belìn (e non Belèn), a quanto ammonta il pedaggio per una traversata in traghetto con tanto di passatina su montacarichi che va su e giù ed eventualmente uno sbarco con tanto di uscita a poppa?”. Ma il Sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha anche vietato alle prostitute il “saluto allusivo”. Ai pochi sprovveduti che non lo conoscessero diciamo solo è un’esternazione di affetto che spesso prende forma mediante due chiappe schiacciate sul finestrino mentre siete fermi al semaforo o con un perizoma lanciato a mo’ di fionda che si incastra sui tergicristalli.

Sempre Repubblica però ci dice che non se la passano meglio a Castellammare di Stabia dove il sindaco Luigi Bobbio tramite un regolamento comunale ha vietato alle cittadine di indossare minigonne troppo mini, abiti succinti e costumi da bagno in piazze, parchi e giardini. E così mentre il primo cittadino, area Pdl, si bea di aver attirato con queste norme il clamore dei media di mezzo mondo, distogliendo l’attenzione dai soliti fatti “di camorra” (per la serie “basta poco, che ce vo’), in città le donne hanno pensato bene di organizzare un sit-in di protesta. Capitanate dalla presidente della commissione Pari Opportunità della Regione Campagna le amazzoni della coscia scoperta hanno deciso di sfilare in top e minigonne stile letteronza. Pare che anche da Roma il Ministero abbia voluto sostenere la manifestazione fornendo alcuni abiti succinti ormai dismessi e utilizzati un po’ di anni fa accanto a Magalli nel gioco del vaso cinese.

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