lunedì 11 ottobre 2010

CORRI E TROMBA (SE NON CI RIMANI SECCO)




Dopo il mangia e bevi, il gratta e vinci, lo stira e ammira, il mordi e fuggi, per noi, generazione dei 2maroni.0 arriva il corri e tromba. Dalle patinate pagine milanesi del Corriere della Sera un indomito giornalista ci racconta che fra le chiare, fresche e dolci fratte della montagnetta di San Siro, i corridori della domenica mattina, fra un allenamento e l’altro, approfitterebbero dei servigi di una serie di lucciole che stazionano in zona. Lo hanno chiamato jogging-love e a confermare che su dieci runners del parco, ben otto si fermerebbero a ricaricare le batterie (e a scaricare le stilo) ci hanno pensato alcune giovanissime ragazze rumene. Marinela, Catalina, Adalia e Georgia sono chiare: basta un cespuglio, una fratta, anche un ficus beniamino e con 30 euro gli adepti della corsetta si portano a casa un servizio completo. Loro lo chiamano momento di relax, noi lo potremmo ribattezzare defaticamento muscolare, rilassamento da tempesta ormonale o basculamento del bacino ingrifato. Che poi, ammesso che uno voglia sul serio dedicarsi alla corsa, dove troverebbe le forze a fine allenamento per portare a termine, e con dignità, un’altra maratona? Certo, qualcuno obietterà che all’aria aperta e col rischio di farsi scoprire da qualche pargolo che gioca a nascondino, bisognerebbe puntare più sull’intensità che sulla resistenza. Peccato che tutti i medici siano concordi nel ritenere controproducente lo scatto finale alla fine di una sessione di corsa. Oltre a creare microfratture, lo scatto improvviso finale, fa male al cuore provocando aritmie e addirittura infarto. A tutti gli avventori della montagnetta allora il consiglio di scegliere con oculatezza il proprio allenamento. Perché il cuore pomperà pure cinque litri di sangue al minuto, ma una romena per trenta euro, può pomparvi via il fiato, fino a lasciarvi stecchiti a terra, con i calzoncini abbassati e la maglia in nylon sudaticcia che su di voi fa tanto “effetto salamella”.

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